– di Gianluca Montinaro

Presentando, lo scorso autunno, agli amici e alla stampa la nuova etichetta di Ca’ del Bosco, Maurizio Zanella con soddisfazione e orgoglio ha spiegato che, «finalmente, Ca’ del Bosco è giunta a una situazione ideale. Ora possiamo lavorare ben concentrati, e fare sempre meglio i nostri vini. Ed è per questo che festeggiamo questo cinquantaduesimo compleanno con il vino che più di ogni altro rappresenta la nostra storia: Annamaria Clementi R.S. 1980». Una «situazione ideale» che vede la cantina (nata nel 1964, quando Annamaria Clementi Zanella acquista la Cà del Bosc, quella che all’epoca nient’altro era che una piccola casa sulla collina che sovrasta Erbusco) godere ora di un’estensione vitata di circa 280 ettari (metà di proprietà, metà in affitto trentennale), distribuita su undici dei diciannove comuni della Franciacorta. Questa dislocazione, così ampia e variegata, «è stata intrapresa – sottolinea Stefano Capelli, enologo di Ca’ del Bosco – in modo ragionato, analizzando i suoli di ciascuna parcella, e a essi adattando viti, varietà e sesto d’impianto». E difatti fra le ultime acquisizioni di Ca’ del Bosco figurano le vigne Santa Teresa e La Torre, le più alte dell’intera denominazione, coltivate a Chardonnay e Pinot Nero, piantati su un suolo ricco di sedimenti sul quale, in epoca glaciale, correva un fiume. Trova così, nella differenza delle dislocazioni delle vigne, piena applicazione il ‘metodo Ca’ del Bosco’, ovvero la ricerca maniacale dell’espressione del terroir. «Oggi – sottolineano Capelli e Zanella – Ca’ del Bosco propone ‘distillati di suolo’. La vinificazione avviene in modo parcellare, con quasi 250 micro vinificazioni, attraverso le quali cerchiamo di valorizzare le differenze di mineralità e di enfatizzare gli aromi primari dell’uva. I vini di Ca’ del Bosco sono fragranti ed espressivi proprio perché il nostro lavoro è tutto teso all’estrazione dell’anima del succo: non ci interessano gli aromi fermentativi né ossidativi». Sicché solo i grappoli migliori vengono raccolti, lavati nelle «terme degli acini» per eliminare tutte le impurità, pressati sofficemente, e quindi lavorati e imbottigliati in assenza di ossigeno.

Ma c’è pure un altro aspetto che completa l’‘idealità della situazione’: la cantina gode ora di nuovi e più ampi spazi, alcuni dei quali scenograficamente progettati e abbelliti da numerose opere d’arte. Dalla Sala a Cupola, costruita nel 1985 (luogo ove affinano le bottiglie di Annamaria Clementi) parte la Galleria delle pupitre al fondo della quale si imbocca il nuovo Tunnel Vintage Collection, ove riposano le omonime etichette. A sinistra si incontrano le sale della Vinoteca Storica di Ca’ del Bosco (ove dorme la collezione di tutti i vini prodotti dal 1972 a oggi) mentre a destra si aprono la Cupola dei Sensi (ove il visitatore può fare una esperienza immersiva ed emozionale sull’essenza del vino) e la Prestige Immersion: un luogo che nella forma ricorda una bottiglia di Cuvée Prestige capovolta, le cui pareti sono tappezzate da quarantamila bottiglie retroilluminate di Cuvée Prestige. Scendendo, con un ascensore, attraverso la ‘bottiglia’ si imbocca un tunnel inclinato in prospettiva accelerata dedicato all’affinamento della Cuvée Prestige. Da qui si può gettare uno sguardo ai locali di stoccaggio e quindi tornare alle Barricaie ‘storiche’.

Annamaria Clementi R.S. 1980 rappresenta l’epitome del sogno che è Ca’ del Bosco. È la seconda annata di un vino fatto da un giovanissimo Maurizio Zanella insieme ad André Dubois, fino a pochi anni prima chef de cave di Moët & Chandon. Fu grazie a Dubois che nel 1980 vide la luce il primo Franciacorta Pinot Millesimato: un blend di Pinot Nero (circa 40%) e di «Pinot» (si scoprì solo in seguito che, in realtà, questa uva denominata «Pinot» proveniva da vigne composte, in modo casuale, da Pinot Bianco e Chardonnay, nelle percentuali rispettivamente di 21% e 39%, quando ancora lo Chardonnay non era ammesso dal disciplinare dell’allora Doc). Fu proprio questo vino, che nel 1989 avrebbe poi preso il nome di Annamaria Clementi, a decretare la fortuna e il successo di Ca’ del Bosco e a spingere Zanella lungo la strada di una qualità sempre maggiore. «In quel settembre 1980, durante la raccolta delle uve, dal 7 al 12 settembre, nelle sette vigne – ricorda Zanella – che tutt’oggi circondano la cantina, abbiamo compreso che si sarebbe potuto fare un grande vino. Pressammo sofficemente le uve, con una resa inferiore al 30%. La vinificazione avvenne in pièce di rovere per cinque mesi: il vino venne poi imbottigliato nel febbraio del 1981, con un tappo fatto con una caseina molto legnosa che ha ‘sigillato’ il vino. Parte delle bottiglie sono uscite nel 1986, mentre un’altra parte – circa seimila – ha continuato ad affinare: altri due anni coricata e poi i rimanenti trentaquattro sur pointe: per un totale di 42 anni». Durante tutto questo tempo «ci siamo posti la domanda – ricordano Zanella e Capelli – se queste bottiglie avessero raggiunto il loro apice. Ora siamo concordi nel dire che narrano al meglio il nostro savoir-faire passato e presente: sono la migliore espressione di un Franciacorta Riserva in stile Ca’ del Bosco. Un vino di fatto ‘originale’ che non è solo il frutto della vite, ma soprattutto il frutto del tempo».

Degustare Annamaria Clementi R.S. 1980 (Recente Sboccatura, e pas dosé) è un unicum: sinora nessuno mai – se non nel caso di vini ossidativi – si era spinto così indietro negli anni. Eppure quel ‘tappo-sigillo’, custode del tempo, ha fatto in modo che la bottiglia evolvesse mantenendo una enorme freschezza, senza accenno alcuno di ossidazione. Il colore è un magnifico giallo paglierino, con leggeri riflessi dorati e una bollicina finissima e assai persistente. Il naso si mostra intenso e ampio, guidato da eccellenti aromi di fiore giallo, di scorze candite di arancia e chinotto, di pere e mele cotogne. Si avvertono poi, sostenuti da una imponente verticalità, sentori erbacei (felce), accenni di nocciola tostata, di cera d’api e di legni aromatici. Il sorso è soave ed elegante. In primo piano si avvertono ancora la freschezza e la mineralità che presto lasciano spazio a una espressività morbida e sin cremosa. È di nuovo la mineralità, in centro di bocca, ad ‘aprire’ il vino in un ventaglio di eleganti sensazioni quasi tattili. L’intensità, la persistenza e la qualità sono espresse al massimo grado e acquistano sempre maggiore consistenza nel gioco dei contrappunti fra morbidezze e durezze. Il sorso chiude con pulizia estrema, sviluppando una persistenza gusto-olfattiva che pare non finire mai. Vino monumentale.

  • Ca’ del Bosco
  • Via Albano Zanella, 13
  • Erbusco (Bs)
  • Tel. 030.7766111
  • www.cadelbosco.com
  • cadelbosco@cadelbosco.com