![](https://www.storiedatavola.it/wp-content/uploads/2024/04/CopertinaAmbroisie.jpg)
– di Gianluca Montinaro
È un’emozione varcare il piccolo portone de L’Ambroisie, in un angolo della seicentesca Place des Vosges, a Parigi. È un’emozione perché questo locale è uno dei templi della cucina mondiale: e non solo perché è una delle insegne che da più tempo detengono le tre stelle Michelin (che qui brillano dal 1988: da trentasette anni ininterrottamente!) ma perché il cuoco – usiamo semplicemente questo termine, sapendo che qualsiasi termine usassimo sarebbe comunque una diminutio – che questo luogo ha creato – Bernard Pacaud – riassume in sé, al massimo grado, la storia della grande cucina francese del Novecento.
![](https://www.storiedatavola.it/wp-content/uploads/2024/04/1-1024x768.jpeg)
Non è una iperbole: è la semplice verità. Perché Bernard Pacaud (Rennes, 1947) è l’ultimo allievo diretto di due sommi maestri: Eugénie Brazier (1895-1977) e Claude Peyrot (1934-2023). Dalla decana della ristorazione francese (l’unica donna ad avere avuto, contemporaneamente, due insegne tre stelle Michelin), Pacaud ha appreso il rispetto per le materie prime e il senso del gusto. Mentre dal grande chef del parigino Vivarois ha assorbito il genio creativo – raffinato e rustico al contempo – e il senso di compiuta perfezione che distingueva i suoi piatti. E mettendoci poi tanto, tantissimo, del proprio immenso talento, Pacaud è stato capace di trasfigurare gli insegnamenti appresi in uno stile proprio: sontuoso e rarefatto, ricco e fine, pieno e sublime.
![](https://www.storiedatavola.it/wp-content/uploads/2024/04/2-1024x681.jpg)
Accomodarsi in una delle piccole salette de L’Ambroisie è quindi – per un appassionato almeno – come avere il privilegio di accarezzare il marmo del David di Michelangelo o di sfiorare con la mano le sovrapposizioni dei colori a olio della Tempesta di Giorgione. Eppure, come solo accade nei veri grandi, eccelsi ristoranti, L’Ambroisie non è una cattedrale. L’atmosfera è bella, quasi ‘frizzante’. Il servizio è magnifico ed empatico (merito del direttore di sala Pascal Vetaux e della sorridente sommelier Marion, che se la cava anche molto bene con l’italiano…). L’accoglienza poi è da encomio: a fare gli onori di casa c’è difatti Danielle Pacaud, la moglie dello chef: una vita passata a fianco al marito, un amore sbocciato ai tempi di Vivarois. Entusiasmo ancora pieno, quello di Danielle, così come lo è il suo desiderio di trasmettere agli ospiti lo spirito del luogo, il senso di questa ultra quarantennale avventura, la passione per le cose belle, buone e, soprattutto, vere.
![](https://www.storiedatavola.it/wp-content/uploads/2024/04/3-1024x576.jpg)
Già, la verità. Perché è la verità, e niente altro, a rendere dirimente un’esperienza a tavola. E verità è senso del gusto. E verità è rispetto degli ingredienti. E verità è attaccamento al proprio lavoro. Ecco, in questo senso L’Ambroisie è una cattedrale: un tempio di verità. Dal quale tutti coloro che di professione fanno i ristoratori e tutti coloro che con un pizzico di passione almeno si siedono a un tavolo possono trarre esempi da seguire e insegnamenti da applicare.
![](https://www.storiedatavola.it/wp-content/uploads/2024/04/4.jpg)
Ma… i piatti, come sono? Alla domanda si può rispondere con una sola parola. Il problema però è decidere quale. Squisiti? Perfetti? Sontuosi? Tutti e tre gli aggettivi calzano appieno alle cappesante con salsa mousseline al prezzemolo e salsa safrané (allo zafferano) piuttosto che ai fondi di carciofo al foie gras (pietanza con cui Pacaud omaggia Eugénie Brazier la quale annoverava proprio questa ricetta fra i suoi cavalli di battaglia). Come calzano appieno anche alla fricassea di astice in salsa civet e purée Saint Germain (ovvero con piselli verdi) e al carré d’agnello in crosta di pepe grigio nappato con il suo fondo. Come pure alla tarte fine sablé al cacao amaro con gelato alla vaniglia Bourbon e al biscuit tiepido al mandarino con il suo sorbetto (due fra i dolci che signature della casa).
![](https://www.storiedatavola.it/wp-content/uploads/2024/04/5-1024x768.jpeg)
Inutile fare una esegesi dei piatti: è grande cucina francese allo stato puro. Morbida, avvolgente, ricca. Gustosa, saporita, impeccabile. Elegante, equilibrata, leggiadra. Ma anche semplice, diretta, pulita. In una parola: ‘fondamentale’. Nel senso che è il ‘fondamento’ su cui si erge l’idea stessa di cucina, e con il quale – volenti o nolenti – tutti sono chiamati a confrontarsi. Perché è il precipitato di una storia secolare che dalle Tuileries è transitata per Versailles, raggiungendo quindi i celebri café della Belle Époque, per scoprire infine le grandi tradizioni regionali. Perché è la quintessenza di un’arte del gusto e di quel bien vivre che sono distintivi di questa grande nazione.
![](https://www.storiedatavola.it/wp-content/uploads/2024/04/19-1024x768.jpeg)
Che altro aggiungere se non che la cantina, seppur non vastissima (ce ne sono altre, a Parigi, più ricche), annovera molte preziose etichette delle zone vinicole più vocate di Francia? E che i prezzi – per cotanta cena – vanno di conseguenza. Si devono preventivare – non essendoci menu degustazione – almeno 500 euro a testa, stando molto attenti nella scelta del vino. Ma, una volta tanto (i latini dicevano semel in anno licet insanire), e per davvero, si può dire che l’esperienza non ha prezzo! Per un «ricordo – come saggiamente mi ha fatto notare un celebre ristoratore italiano che ben conosce la Francia – che ci si porta dietro per tutta la vita».
- L’Ambroisie
- Place des Vosges, 9
- Parigi
- Tel. 0033.(0)1.42785145
- www.ambroisie-paris.com
- Turno di chiusura: lunedì; domenica
- Ferie: variabili
![](https://www.storiedatavola.it/wp-content/uploads/2024/04/6-1024x768.jpeg)
![](https://www.storiedatavola.it/wp-content/uploads/2024/04/7-1024x768.jpeg)
![](https://www.storiedatavola.it/wp-content/uploads/2024/04/8-1024x768.jpeg)
![](https://www.storiedatavola.it/wp-content/uploads/2024/04/9-1024x768.jpeg)
![](https://www.storiedatavola.it/wp-content/uploads/2024/04/10-1024x768.jpeg)
![](https://www.storiedatavola.it/wp-content/uploads/2024/04/11-1024x768.jpeg)
![](https://www.storiedatavola.it/wp-content/uploads/2024/04/12-1024x768.jpg)
![](https://www.storiedatavola.it/wp-content/uploads/2024/04/13-1024x768.jpeg)
![](https://www.storiedatavola.it/wp-content/uploads/2024/04/14-1024x768.jpeg)
![](https://www.storiedatavola.it/wp-content/uploads/2024/04/15-1024x768.jpeg)
![](https://www.storiedatavola.it/wp-content/uploads/2024/04/16-1024x768.jpeg)
![](https://www.storiedatavola.it/wp-content/uploads/2024/04/17-1024x768.jpeg)
![](https://www.storiedatavola.it/wp-content/uploads/2024/04/18-1024x768.jpeg)