– di Gianluca Montinaro

La maison Louis Latour, a Beaune, è, fra le grandi cantine di Borgogna, quella che possiede il più alto numero di vigne Grand Cru. Il suo vigneto si estende su cinquanta ettari e vanta ben ventidue etichette Grand Cru: un’enormità se solo si pensa che le vigne all’apice della classificazione borgognona sono appena trentuno (non contando l’unicum dell’appellation Musigny in versione blanc e lo Charlemagne, appellation che nei fatti nessuno rivendica più). Ma i record non finiscono qui: dal 1891, con l’acquisto dello château Grancey e dell’annessa cuverie, ad Aloxe-Corton, la Louis Latour acquisisce ben trentatré ettari sulla collina di Corton, divenendone prima proprietaria per estensione.

Ma la storia della maison affonda le radici ben più indietro, sino agli inizi del Settecento, quando i Latour figurano come produttori di botti (attività che ancora oggi portano avanti) e come proprietari di vigne in Côte de Beaune. La Grande Rivoluzione fa la loro fortuna: nel 1797 Jean Latour (1746-1811) e suo figlio Louis (1784-1844) riescono a comprare all’asta tante terre in precedenza di proprietà nobiliare. Il successo poi arride al giovane Louis che presto inizia a vendere i suoi vini non solo in Europa ma addirittura negli Stati Uniti e in Oriente, diventando anche il fornitore di principi e reali. Il figlio di Louis – Louis anche lui (1835-1902) – vedendo che gli affari andavano a gonfie vele affianca, alla fabbrica di botti e al vino fatto dai vigneti di proprietà, anche un’attività di negoce (1867), aprendo il suo ufficio al n. 18 di rue des Tonneliers, a Beaune, dove a tutt’oggi ha ancora sede la maison.

Proprio per celebrare questa storia secolare, dal 2019 la Louis Latour propone, in edizione numerata e limitata a 250 pezzi (dei quali solo quindici destinati all’Italia), la Caisse Ultime six: un’elegante cassa di legno di rovere rifinita in oro contenente le sei bottiglie ‘iconiche’ del domaine. Pochi giorni fa, a Milano, Sarzi Amadè, storico importatore italiano di Louis Latour, ha presentato la quarta annata – 2022 – di Caisse Ultime Six. Uno vero scrigno dei tesori che schiera, una a fianco all’altra, tre Grand Cru bianchi – Chevalier-Montrachet ‘Les Demoiselles’; Montrachet; Corton-Charlemagne – e tre rossi: Château Corton Grancey; Romanée-Saint-Vivant ‘Les Quatre Journaux’; Chambertin ‘Cuvée Héritiers Latour’. In una sorta di viaggio, da Sud a Nord, lungo tutta la Côte d’Or, che mette in luce la particolarità dell’annata 2022, sì particolarmente calda fra luglio e agosto, ma pure assai piovosa in giugno. E proprio queste precipitazioni abbondanti hanno permesso all’uva di superare lo stress idrico estivo «donando vini – come dichiarato da Cristophe Deola, direttore della Louis Latour – succosi e fruttati, con una buona concentrazione ma senza eccessi».

Come nello stile della maison, i tre bianchi – vinificati e affinati in barrique ‘di casa’ nuove – sono magistrali: ampi e larghi, con nasi estremamente inebrianti e con una bocca viva e palpitante, strutturata e morbida ma al contempo fresca e piacevolmente sapida. I rossi, maestosi anch’essi, si distinguono per il loro ventaglio olfattivo (note di frutta rossa e nera, bella florealità, tocchi speziati e balsamici, sottile scia minerale) e per il sorso: pieno, rotondo e morbido, ritmato da tannini integrati, fresca acidità e sublime, sottilissima sapidità.

  • Domaine Louis Latour
  • Rue des Tonneliers, 18
  • Beaune
  • Tel. +33.3.84248100
  • www.louislatour.com
  • contact@louislatour.com
  • Sarzi Amadè Srl
  • Via Nino Oxilia, 25
  • Milano
  • Tel. 02.26113396
  • www.sarziamade.it
  • info@sarziamade.it