– di Gianluca Montinaro

Ci si può emozionare per una ‘umile’ frittura di pesce e verdure? Sì, perché è un piatto tanto ‘banale’ quanto difficile da eseguire correttamente. E spesso, spessissimo, praticamente sempre, viene sistematicamente bistrattato da locali (anche famosi) che, con fare tristanzuolo, hanno il coraggio di servire fritti grondanti d’olio ormai esausto preparati con i rimasugli del giorno prima. Ebbene all’Osteria Arcadia, invece, ci si emoziona, ci si può commuovere addirittura, per l’‘umile’ frittura di pesce e verdure. Perché quello che giunge in tavola non solo è il meglio del giorno («noi lavoriamo solo pesce fresco e solo pesce locale», ci tengono a precisare), in un tripudio di scampetti e calamaretti, di sarde e sardoncini, di granchietti e ‘lingue di suocera’ (cepola), di soglioline e sanpietrini.., ma viene preparato con una tale maestria e una tale grazia da lasciare sbalorditi. La croccantezza è massima, e la leggerezza suprema, senza un filo di unto di troppo (fa fede la carta paglia sulla quale è appoggiato!).

Ma questa è solo una delle emozioni che si provano in questo verace ma magnifico ristorante che, da tanti anni, con passione e amore, con sacrificio e dedizione, porta avanti le tradizioni gastronomiche di questo scampolo di Veneto ‘metafisico’, indiviso e quasi ‘sospeso’ fra terra e acqua, in un moltiplicarsi caleidoscopico di canali e di paludi, di sacche e di bacini salmastri. Qui, in questi luoghi lontani da tutto e da tutti, trionfa la laguna in cucina, in piatti di sostanza e di tradizione che non solo non tradiscono le aspettative ma rapiscono per nettezza di gusti e bontà della fattura. Il tempo dei fornelli, oggi come in passato, è scandito dalle stagioni in un ritmo che – leopardianamente – pare ricordare come sia la sempre la Natura a vincere sull’uomo. Si può quindi iniziare con una degustazione di antipasti (da non perdere le alici marinate alle erbette con crostini e pepe rosa, l’insalata di mare con seppie e polpo e le mazzancolle marinate al forno). Tuffarsi poi in un sontuoso piatto di maccheroni al nero di seppia ‘alla busara’ (con mazzancolle, pomodoro, cipolla e peperoncino) piuttosto che di bigoli con ragù bianco di pevarasi (vongole e lupini). E godersi infine – se si è in stagione – una grandiosa anguilla aperta in due e debitamente gratinata. Da non perdere, in chiusura, i dolci, di solida fattura casalinga (fra cui l’ottimo sorbetto al limone, da bis).

La carta dei vini offre più di qualche buona bottiglia, senza fermarsi alla sola produzione regionale. Il servizio, curato dai proprietari, è di enorme affabilità. Il conto, per un pasto completo, si attesta intorno a 45 euro. Disponibili alcune confortevoli stanze per prolungare la sosta.

  • Via Luigi Longo, 29
  • Porto Tolle (Ro)
  • Tel. 0426.388334
  • www.osteria-arcadia.com
  • info@osteria-arcadia.com
  • Turno di chiusura: mercoledì; domenica sera
  • Ferie: variabili